Un linguaggio universale, ecco cos’è la musica.
Là dove la lingua rappresenta una barriera per la comunicazione perché, se diversa, non permette alle persone di potersi capire e, perciò, socializzare, la musica è l’unico strumento grazie al quale qualsiasi muro può essere abbattuto e superato per favorire l’incontro con l’altro.
Da sempre, fin da quando esiste la società, la musica ha un ruolo fondamentale per l’uomo.
È un’amica, una confidente, è sempre presente, sia nei momenti felici della vita che in quelli tristi diventando, in questo caso, il miglior medico capace di curare ogni ferita.
Non esiste luogo nel mondo in cui non venga creata musica, in cui questa non venga suonata, cantata, ballata.
E’ proprio per questo che pensare ad un’esistenza senza musica è praticamente impossibile, essa è essenziale tanto da non permettere alla mente di riuscire a farlo.
Ma veniamo al dunque:
Quanti strumenti musicali esistono?
La lista degli strumenti musicali è ampia e il numero di varianti per alcuni di essi rende questo calcolo approssimativo. In certi casi basta una semplice variazione di design per dare vita ad uno strumento del tutto nuovo. Tuttavia, se escludiamo dalla lista gli strumenti rari, possiamo affermare che ci sono almeno 298 strumenti distinti che si dividono in 108 idiofoni, 36 membranofoni, 82 cordofoni e 72 aerofoni.
Strumenti musicali: l’origine della musica
Gli strumenti musicali, oggetti capaci di emettere suoni, permettono alla musica di esistere.
Questi hanno delle radici antichissime, nascono da un’intuizione dell’uomo della preistoria che, attraverso il proprio corpo, semplicemente battendo le mani o con la voce, capì che era possibile dar vita a suoni piacevoli all’udito.
Da lì, grazie alla continua sperimentazione e a qualunque cosa si avesse a disposizione come ossa di animali, pietre, foglie, nacquero i primi strumenti musicali.
Utilizzati durante i riti e le cerimonie religiose, il loro campo di utilizzo si è ampliato inaspettatamente ed in maniera notevole anno dopo anno e da società a società.
Ad oggi, ogni momento della giornata è scandito dalla musica, a partire dal risveglio grazie a simpatiche e particolari suonerie che ci caricano affinchè possiamo alzarci dal letto e vivere, a quella che ascoltiamo mentre siamo sotto la doccia o in auto mentre andiamo a lavoro o a scuola fino a quella rilassante che ci accompagna prima di andare a dormire e che ci aiuta a conciliare meglio il sonno.
Tutto questo è possibile grazie agli strumenti musicali, oggetti che, con il passare del tempo, sono stati i protagonisti di una fantastica e sorprendente evoluzione e che, ad oggi, sono così tanti da risultare quasi impossibile conoscerli tutti.
Quanti strumenti musicali esistono
Gli strumenti musicali esistenti al mondo sono tantissimi ed estremamente diversi gli uni dagli altri.
Ogni cultura ha i propri ed ognuno è così affascinante e capace di dar vita a suoni davvero meravigliosi.
Negli anni è nata la necessità di doverli classificare, di ordinarli e attribuirgli una denominazione in modo tale da avere una visione quanto più chiara possibile della loro composizione, del modo in cui il suono viene emesso e del loro utilizzo.
E’ proprio per questo che, nel 1914, K. Sachs e M. E. von Hornbostel, due grandi musicologi, hanno elaborato la loro classificazione dei diversi strumenti musicali.
Questa prevede la presenza di 5 macro-classi principali, ognuna delle quali, poi, si divide ulteriormente in sotto-classi.
Gli Idiofoni, i Membranofoni, gli Aerofoni, i Cordofoni e gli Elettrofoni: queste sono le principali famiglie degli strumenti musicali. A seconda del modo in cui vengono utilizzate per far sì che il suono venga emesso, poi, la loro suddivisione è continuata fino a formare uteriori piccoli gruppi.
Gli Idiofoni
Comunemente conosciuti anche come strumenti a percussione, gli idiofoni sono tutti quelli il cui suono nasce in seguito alla percussione del corpo dello stesso strumento.
Generalmente realizzati in legno o metallo, la prima suddivisione di questa tipologia di strumento avviene in relazione al suono che essi emettono.
Questi, infatti, possono essere a suono determinato o indeterminato e cioè se il loro suono corrisponde a delle note precise oppure no.
Ai primi appartengono, ad esempio, il vibrafono o il glocckespiel i quali, nati nella prima metà del 900 ed entrambi molto simili tra di loro se non fosse per le dimensioni, presentano una struttura in metallo e vengono utilizzati principalmente per la realizzazione di musica jazz.
Ai secondi, invece, appartiene il triangolo, ma anche le maracas e le nacchere.
Il primo è in metallo e il suono può essere più o meno acuto a seconda di come viene utilizzato. La sua presenza all’interno delle orchestre è praticamente fissa.
A chi non è mai capitato di vedere un concerto in televisione e veder suonare questo particolare strumento?
Gli altri due, in legno e di origine sudamericana e spagnola, sono attribuiti ad una musica allegra, travolgente ed estremamente ritmata e protagonista, perciò, di feste e riti religiosi.
Oltre a questa prima classificazione, gli idiofoni vengono classificati anche in relazione al modo in cui vengono utilizzati affinché venga prodotto il suono.
Questi possono essere a urto come i piatti o le stesse nacchere, a percussione come il triangolo e il vibrafono, a scuotimento come le maracas e i sonagli, a sfregamento come l’armonica a bicchieri o a pizzico come lo scacciapensieri.
I Membranofoni
Il suono dei membranofoni, così come è facilmente intuibile dal loro nome, nasce dalla vibrazione della membrana presente sulla cassa di risonanza.
Anche questa famiglia è molto vasta. Di tamburi, ormai, ne esistono davvero tanti e tutti diversi tra loro per dimensione, materiali di realizzazione, suono prodotto.
Anch’essi appartengono a quegli strumenti che comunemente chiamiamo a percussione e così come quelli precedentemente elencati, vengono suddivisi in primo luogo a seconda se il suono è determinato o indeterminato e se, quindi, questo corrisponde a note precise oppure no.
A questa, poi, segue la divisione che dipende dal modo in cui i medesimi vengono percossi affinché diano vita al suono.
Nello specifico, la percussione può essere diretta o indiretta.
Diretta quando essa avviene attraverso le mani del musicista come nel caso del famoso bongo africano.
Chi non ne ha mai visto uno. Chiunque sia venuto in vacanza sulle meravigliose spiagge del sud in estate ha, anche solo vagamente, un piacevole ricordo di questi strumenti.
Un oggetto capace di emettere un suono così travolgente, utilizzato soprattutto durante le sere d’estate quando, intorno ad un caldo fuoco, ci si sedeva in grandi gruppi, si mangiava, ci si raccontavano storie di qualsiasi tipo e si ballava e cantava aspettando l’alba e godersi lo spettacolo della natura.
Indiretto, invece, è quando la percussione avviene grazie a specifici ausili come bacchette di legno, pezzi di corda o spazzole come nel caso, ad esempio, del tamburo tibetano.
Questi strumenti, indipendentemente dal tipo di percussione utilizzata, emettono dei suoni forti, energici e travolgenti tanto da non risparmiare nessuno.
Chiunque ascolti la loro musica, inevitabilmente, sentirà dentro di sé un’adrenalina pazzesca che lo farà danzare senza sosta. Un vero toccasana per l’umore e per il benessere fisico.
Gli Aerofoni
Gli aerofoni sono quegli strumenti il cui suono viene emesso attraverso la vibrazione dell’aria.
Quale bambino, durante gli anni di scuola media, nell’ora di musica non si è interfacciato con il flauto con il quale ha imparato ad intonare qualche canzoncina di Natale o quella del compleanno.
Gli aerofoni sono proprio loro: quelli che per farli suonare è necessario soffiarci dentro.
Questi, nello specifico, vengono suddivisi in risonanti e liberi.
I primi, quelli che tutti conoscono come strumenti a fiato e realizzati generalmente in legno o in ottone, hanno una caratteristica fondamentale e cioè che l’aria viene incanalata in una specifica cavità dello strumento.
Differentemente da questi, invece, in quelli liberi l’aria si trova all’esterno come nel caso dell’armonica.
Un’ulteriore suddivisione di questi strumenti è data dalla presenza di un’ancia semplice o doppia.
La prima è caratterizzata da una singola linguetta che è posizionata subito prima del bocchino e che, in seguito all’emissione di aria da parte del musicista, lo fa vibrare per far sì che venga emesso il suono. Un esempio di strumento che ha questo tipo di struttura è il clarinetto.
La seconda, invece, vede la presenza di una doppia linguetta. Queste, nello specifico, sono legate l’una all’altra e, stimolate dall’aria emessa, vibrano dando vita al suono. Un esempio di strumento che presenta, invece, questa struttura è oboe o, ancora, il corno inglese.
I Cordofoni
Molto probabilmente, tra tutti quelli fin’ora descritti, i cordofoni sono gli strumenti musicali maggiormente conosciuti e amati.
E’ grazie a questi che sempre più bambini si avvicinano al mondo della musica, decidono di frequentare scuole specializzate e lezioni private per poter imparare e, chissà, magari un giorno diventare un musicista affermato e di successo.
Questi strumenti producono suoni grazie alle corde di cui sono composti le quali, nello specifico, a seconda se vengono strofinate, pizzicate o percosse daranno vita a qualcosa di diverso e unico.
Alla famiglia delle corde strofinate appartengono gli archi, ovvero il violino, il violoncello, la viola e il contrabbasso.
Hanno diverse grandezze, si va dal più piccolo che è il violino fino al più grande che è il contrabbasso. Le dimensioni ne determinano il suono, dal più acuto e stridulo a quello più basso, morbido e caldo.
Tutti, però, hanno una caratteristica comune: la presenza di quattro corde.
Alla famiglia delle corde pizzicate, invece, appartengono la chitarra, il clavicembalo, l’arpa. Il pizzichìo delle corde può avvenire grazie alle mani o ad ausili specifici come, ad esempio, il plettro.
Solo nel caso del clavicembalo, questo avviene attraverso un meccanismo che entra in azione grazie all’utilizzo di una tastiera.
Il numero di corde è diverso a seconda dello strumento. Mentre per la chitarra, ad esempio, ne troviamo 6 per l’arco, invece, ben 47.
Gli Elettrofoni
Gli elettrofoni, rispetto a tutti i precedenti, sono gli strumenti musicali più recenti.
Nascono intorno alla metà del 900 ed è proprio per questo motivo che non sono presenti nella prima classificazione eseguita nel 1914, ma introdotti solo successivamente.
Quelli che appartengono a questa famiglia, spesso, fanno parte anche di altre. Ciò che, però, li accomuna è che il loro funzionamento dipende dall’elettrica e dall’elettronica; senza, non avrebbero alcun modo di esistere.
Il primo elettrofono a farsi largo tra i già tantissimi strumenti musicali esistenti fu la chitarra elettrica.
Questa, nello specifico, presentava solo le sembianze della classica chitarra, quella appartenente alla famiglia dei cordofoni.
Nonostante avesse le corde, infatti, non presentava alcuna cassa di risonanza e questo spiegava il perché potesse avere delle forme diverse e molto più fantasiose.
Il suo funzionamento dipendeva dalla corrente elettrica, grazie alla quale poteva essere generato il suono.
Anche quest’utlimo era diverso; non si presentava più come dolce e delicato, ma era molto più incisivo e pungente e anche il volume stesso era più alto.
La diversità dei materiali, del suono e del volume fece sì che venissero utilizzate in situazioni diverse e per dar vita ad un diverso tipo di musica.
La chitarra elettrica diventò il simbolo della musica rock, del metal e di un genere che predilige la potenza e l’energia.
Questo strumento, però, non è il solo a far parte di questa famiglia.
Negli anni ne sono nati di nuovi, sempre più complessi e al passo con la tecnologia che avanzava.
Ad oggi, è possibile trovare anche il violino elettrico, il pianoforte, l’organo e addirittura il sintetizzatore, un particolare strumento molto amato soprattutto dai Dj.
Questo, in effetti, è come se contenesse al suo interno tutti gli strumenti ed è in grado, perciò, di produrre qualsiasi suono si desideri. Differentemente da qualsiasi altro strumento, però, in questo caso, il suono viene definito artificiale.
La diversa musica nel mondo: un vero dono
La musica è stata, negli anni, la protagonista di una grande evoluzione. Essa è cambiata, si è trasformata ed evoluta e questo perché anche gli strumenti con i quali viene realizzata sono cambiati.
I primi strumenti musicali venivano realizzati con le ossa degli animali che l’uomo utilizzava per sfamarsi e coprirsi. Oggi, invece, si è giunti, grazie allo sviluppo dell’energia elettrica e della tecnologia, all’utilizzo addirittura di un unico strumento capace di realizzare qualsiasi suono si voglia.
La musica non è statica, essa è il cambiamento che non finisce mai. E nella sua diversità, la musica unisce.
Ogni angolo del mondo ha le proprie tradizioni, usanze. Gli strumenti musicali non sono uguali, vengono realizzati con materiali diversi, emettono suoni diversi, il modo e il luogo nei quali li utilizzano sono diversi. Eppure, qualsiasi cosa succeda, un suono permette di capirsi, di stringersi e gioire o piangere insieme.
FONTI:
- https://laboratoriomusica.wordpress.com/2020/06/19
- https://www.notetralerighe.it/strumenti-musicali/classificazione-strumenti-musicali
- https://www.skuola.net/musica-medie/cordofoni.htm