Ti sei mai chiesto cosa sono i numeri sugli obiettivi fotografici?

Hai mai preso in mano un obiettivo di una fotocamera e letto, anche solo per sbaglio, alcune cifre che sono sovraimpresse solitamente in bianco?

Per cogliere l’importanza di questi dati, innanzitutto devi sapere che difficilmente quei valori sono semplicemente stampati, ma il più delle volte sono fotoincisi con la tecnica del laser e “dipinti” di bianco, poiché devono permanere ben visibili anche oltre la vita dell’obiettivo.

In pratica mai dovrebbero scolorirsi o sparire.

Quei numeri rappresentano la carta di identità dell’obiettivo stesso.

Come ciascuno di noi si caratterizza per avere, ad esempio, occhi marroni, capelli neri, altezza di 1,78 metri, anche ogni obiettivo presenta delle caratteristiche che lo contraddistinguono dagli altri.

I numeri possono essere interpretati come un modo per determinare la qualità di un obiettivo, valutabile e confrontabile con prodotti concorrenti proprio grazie alla capacità interpretativa dei numeri riportati.

Nello specifico le indicazioni sono relative al diaframma e alla lunghezza focale.


Il diaframma e l’apertura focale

apertura focale e numeri sugli obiettivi

Una parte dei numeri sugli obiettivi fotografici è riferita al diaframma e alla conseguente apertura focale.

Leggere F/2.8, oppure F/4 significa essere messi a conoscenza della massima apertura possibile del tuo obiettivo.

Se trovi una sola indicazione significa che avrai un’apertura fissa, se invece i valori sono due allora significa che allo zoom massimo possibile, la tua apertura sarà quella con valore più alto, mentre senza zoom avrai come riferimento il valore più basso.

Per interpretare ancora maglio le informazioni, devi sapere che più il numero è basso, più il tuo obiettivo sarà luminoso, ovvero scatterà presumibilmente foto di miglior qualità.

Infatti, prodotti che indicano un numero basso (ad esempio F/1.8) sono solitamente molto costosi proprio perché si avvalgono di un sistema di lenti migliore.

Ci sono diversi fattori che contribuiscono a fare arrivare la luce al sensore, ma senza dubbio le lenti sono gli elementi principali.

La scala di valori va da F/1 a F/32 e a seconda della costruzione degli obiettivi è possibile trovare numeri differenti, a seconda degli intervalli proposti.

Risulta molto difficile (se non praticamente impossibile) trovare un obiettivo in grado di coprire l’intera gamma.

Esistono però obiettivi che possono, ad esempio, coprire la fascia F/2.8-5.6 o altre, a seconda della tipologia di obiettivo.

E’ rarissimo trovare obiettivi che offrono valori molto bassi: ottimi e costosi sono quelli grandangolari con apertura F/1.8, mentre per gli zoom è necessario salire di valore.

In genere si considera già molto luminoso un obiettivo che indica F/2.8.

Forse ti starai chiedendo il motivo per il quale non sia possibile lavorare sempre con i numeri bassi.

La risposta è abbastanza semplice: spesso nella fotografia devi ricorrere ad un compromesso.

Se vuoi realizzare un primo piano del viso di tua cugina, ti serve agire sulla messa a fuoco e sulla profondità di campo, ma in questo caso un modo è aprire il diaframma, sfruttando quindi i valori più bassi indicati sull’obiettivo.

In genere la regola è la seguente: più aprirai il diaframma, più avrai modo di generare un effetto sfocato sullo sfondo.

Infatti a valori bassi corrisponde una maggiore apertura del diaframma, a valori alti si ha invece una maggiore chiusura e passerà una minora quantità di luce.

Quando chiudi il diaframma tenderà a passare meno luce, ma avrai un focus differente, mentre la luminosità potrai recuperarla con altri espedienti, agendo sui parametri di scatto.

Immagina di dover fotografare una persona: a parità di lunghezza focale, aprendo il diaframma (valori bassi) riuscirai a mettere a fuoco solo il volto e sfocare tutto il resto, mentre chiudendo il diaframma ridurrai l’apertura focale e otterrai un focus più ampio sull’intera inquadratura.

Uno scatto lo puoi sostanzialmente realizzare in due modi: avvicinandoti fisicamente al soggetto, oppure agire sull’ingrandimento grazie allo zoom.

In queste due situazioni puoi avere differenti aperture di diaframma e ottenere effetti anche diversi.

I valori che potrai trovare indicati sugli obiettivi sono i seguenti: F/1 – F/1,4 – F/2 – F/2,8 – F/4 – F/5,6 – F/8 – F/11 – F/16 – F/22 – F/32.

Non ti basta solo leggere i numeri ma devi anche saperli interpretare.

Ecco un altri piccolo suggerimento: ricorda che tra un livello e l’altro leggendo da destra verso sinistra (tecnicamente tra uno stop e l’altro), avrai una luce doppia che entrerà nel tuo obiettivo.

  • Passare da una impostazione di F/4 a F/2.8 significa fare in modo che il tuo obiettivo riceverà il doppio della luce.
  • Passare invece da F/4 a F/5.6, ad esempio, significa dimezzare la luce entrante.

Se chiudi il diaframma di un paio di stop, come tra F/4 ed F/8 significa che con la nuova situazione otterrai un ingresso luce pari solo a 1/4 rispetto a quella disponibile con F/4.

Per comprendere al meglio questi meccanismi devi tralasciare il rapporto matematico dei valori: intuisci bene che 8 non è un quarto di 4 e quest’ultimo non rappresenta il doppio di 5.6, nonostante scalando da 5.6 a 4 la luce che raggiunge il sensore è doppia.

I numeri sugli obiettivi fotografici relativi all’apertura focale, sono utili per valutare prodotti tra loro simili: quale risulta migliore, a prima vista, tra un obiettivo 12-24 mm F/4 e uno identico ma con un valore di F/2.8?

A prima vista, sicuramente il secondo perché, avendo un numero più basso, indica una maggiore apertura focale e quindi un passaggio di luce migliore.

Poi per giudicare nella sua totalità un obiettivo ci sono anche altri fattori, come la qualità dei vetri delle lenti, il tipo di costruzione, la garanzia e ulteriori parametri, ma questi numeri già sono ritenuti ottimi indicatori.


La Lunghezza focale

obiettivo 70 mm

Un altro dei numeri presenti e ben stampigliati sull’obiettivo indica la lunghezza focale.

Traducendo il concetto in linguaggio più semplice, indicano la capacità di zoom che è possibile ottenere con quel tipo di lenti, ovvero la propensione de sistema di allontanare o avvicinare l’inquadratura.

Tecnicamente invece, la lunghezza focale altro non è che la esatta distanza che intercorre tra il centro della lente e il suo punto di messa a fuoco.

Trovando ipoteticamente una indicazione di 100 – 400 mm, significa che la distanza minima è di 100 mm, mentre quella massima è di 400 mm: quest’ultima corrisponde al massimo zoom possibile.

Numeri bassi, come ad esempio 15 mm, indicano un angolo di visione più ampio.

Ciò significa che la capacità di inquadratura è migliore e ricomprende una porzione maggiore della scena.

Infatti più i numeri sono bassi, più si parla di obiettivo grandangolare, utile ad esempio per fotografare paesaggi e monumenti da posizione ravvicinata.

Diversamente, obiettivi con lunghezze focali superiori sono più indicati per fotografie sportive, naturalistiche, ritrattistiche o di altro genere perché riducendo l’angolo è possibili focalizzare l’inquadratura ad esempio su un preciso particolare oppure un determinato momento.

Per meglio comprendere: se i numeri relativi alla lunghezza focale riportati sull’obiettivo sono bassi si allarga il campo visivo ed è possibile riprendere una scena più ampia.

Pensando di scattare dalla medesima posizione due fotografie con due obiettivi diversi e inquadrando sempre lo stesso punto centrale, quello con i valori di lunghezza focale inferiore metterà in mostra particolari ai lati dell’immagine che saranno esclusi dall’inquadratura effettuata con l’obiettivo che ha numeri più elevati.

Gli obiettivi grandangolari hanno quindi lunghezze focali ridotte, mentre gli zoom tendono ad avere lunghezze più ampie (quando agisci con lo zoom, fisicamente vedi l’obiettivo protendersi in avanti, allungando le distanze tra lenti e sensore).

Leggendo con attenzione i valori della lunghezza focale impressi sugli obiettivi sarai in grado di stabilire il tipo di obiettivo: grandangolo, “normale”, teleobiettivo (o medio – tele per chi ama aggiungere una categoria).

Solitamente valori inferiori a 35 mm sono tipici del grandangolo, fino a 70 mm sono considerati “normali” (o generici), da 70 a 200 (o poco più) fanno riferimento ai medio – tele, oltre sei nel campo dei teleobiettivi.

Se trovi l’indicazione 100-400 mm, ovvero valori di un’ottica molto diffusa, significa che con quel prodotto sei in grado di gestire lunghezze focali tipiche sia da medio – tele che da teleobiettivo, ottenendo maggiore versatilità d’utilizzo.

Per valutare la qualità dell’obiettivo devi poi tornare a leggere il numero relativo alla apertura focale.

Può capitare di leggere sull’obiettivo un solo numero relativo alla indicazione della lunghezza focale: in questo caso si parla di lunghezza focale fissa, ovvero non modificabile.

Nella maggior parte dei casi è usuale trovare due valori e in questo caso si parla genericamente di obiettivo con zoom, indipendentemente dai numeri riportati, dove il termine “zoom” viene assimilato alla possibilità di agire sulla variabilità della lunghezza focale.

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